06 Mag Recovery Plan: è trascurata la geotermia ad alta e bassa entalpia
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, lo strumento per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19, non considera gli impianti geotermici né in relazione alla produzione di energia da fonti rinnovabili, né in relazione al tema dell’efficientamento energetico degli edifici, inteso come fonte primaria per la climatizzazione in accoppiamento alle pompe di calore.
Il PNRR è stato recentemente approvato in Consiglio dei ministri, ma pur assegnando adeguate risorse alla “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, non considera gli impianti geotermici né in relazione alla geotermia ad alta entalpia, né a bassa entalpia o geo-scambio.
Sul tema è intervenuto il geologo Emanuele Emani, Consigliere Nazionale e coordinatore dell’area tematica “Materie prime ed energia” del Consiglio Nazionale dei Geologi, evidenziando i benefici dell’adozione di questa tecnologia, dal contributo ambientale verso l’azzeramento di emissioni dirette di CO2 e polveri sottili, a quello economico e occupazionale, il tutto volto al risparmio ed efficientamento energetico.
“La definizione di un pacchetto di azioni da dedicare in via esclusiva alla geotermia – spiega Emani – sulla scorta di quanto in passato operato per altre fonti rinnovabili, potrebbe massimizzare i vantaggi in termini di riduzione di emissioni ‘climalteranti’ ed inquinanti e di risparmio energetico, favorendo in maniera determinante la transizione verso il maggiore utilizzo di fonti energetiche termiche rinnovabili e pulite, riducendo nel contempo l’uso di fonti fossili e di altri combustibili responsabili di elevati valori di inquinanti e polveri sottili nell’aria”. “La grande opportunità – prosegue – consiste nel fatto che la geotermia è una tecnologia che consente l’utilizzo e la valorizzazione a fini energetici di una risorsa disponibile nel sottosuolo pressoché ovunque, in accoppiamento alle pompe di calore”.
Le azioni proposte dal Consiglio Nazionale dei Geologi riguardano:
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- La rimodulazione degli incentivi per le ristrutturazioni (superbonus);
- La creazione di incentivi per nuovi edifici ancora più efficienti e meno “energivori”;
- L’esenzione sulla parte variabile degli oneri generali di sistema relativa ai consumi elettrici delle pompe di calore e il teleriscaldamento a freddo.
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Le stesse indicano complessivamente un impatto economico per lo sviluppo della risorsa geotermica a bassa entalpia che può essere stimato in 500 milioni nel periodo 2021-2026. Un importo che può, a pieno titolo, essere considerato come voce di spesa nei capitoli 2.2 e 2.3 del PNRR e, secondariamente, nei capitoli 4 e 5, concorrendo in modo fondamentale agli obiettivi in essi esplicitati.
“L’auspicio – conclude Emani – è che la transizione ecologica auspicata e contenuta nel PNRR possa, in seguito, parificare le risorse geotermiche alle altre fonti alternative che, ad oggi, sono considerate l’unica soluzione possibile”.